Lotta alla frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione Europea. Lo schema della Direttiva PIF passa al Senato

17 Marzo 2020

Dopo che il Consiglio dei Ministri, in data 23 gennaio 2020, ha approvato in esame preliminare il Decreto Legislativo di attuazione della Direttiva PIF come richiesto dalla Legge di delegazione europea 2019, ora lo schema di tale provvedimento è passato al vaglio del Senato.
In particolare lo schema di decreto legislativo è stato presentato al Senato in data 30 gennaio e si trova attualmente all’esame delle Commissioni Giustizia e Bilancio chiamate ad emettere il relativo parere.
Tra le novità che dovrebbero essere introdotte si prevede di punire anche le ipotesi di delitto tentato per i reati fiscali che presentano l’elemento della transnazionalità, se l’imposta IVA evasa non è inferiore a 10 milioni di euro (“Gravi frodi Iva”).
Inoltre è previsto un ampliamento del catalogo dei reati presupposto che danno luogo alla responsabilità dell’ente ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 in caso di commissione di gravi frodi IVA includendovi ora i delitti di dichiarazione infedele (art. 4 D.lgs. 74/2000), omessa dichiarazione (art. 5 D.lgs. 74/2000) e indebita compensazione (art. 10 quater D.lgs. 74/2000).
Si prevede un’estensione della responsabilità delle società anche per frode nelle pubbliche forniture, frode in agricoltura, contrabbando, peculato e abuso d’ufficio.
Infine, per quanto riguarda gli altri settori del diritto penale, si intende interviene su alcune fattispecie di corruzione, includendovi anche i casi in cui siano sottratti denaro o utilità al bilancio dell’Unione o ad altri suoi organismi, con danno superiore a 100.000 euro con la pena massima aumentata fino a 4 anni di reclusione e si estende la punibilità a titolo di corruzione dei pubblici ufficiali e degli incaricati di pubblico servizio di Stati non appartenenti all’Unione europea, quando i fatti ledono o pongono in pericolo gli interessi finanziari dell’Unione.

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