Avevamo segnalato (https://www.osservatorio-231.it/2020/11/16/adozione-del-modello-231-da-parte-delle-principali-societa-operanti-nel-settore-del-delivery-food/) che il Tribunale di Milano, Sezione misure di prevenzione, con decreto del 28 maggio 2020, n. 9, disponeva la misura di prevenzione patrimoniale dell’amministrazione giudiziaria ex art. 34, D.Lgs.159/2011 nei confronti di una delle società operanti nel settore delle consegne a domicilio dopo aver accertato che i lavoratori, in particolare i riders o fattorini impiegati nelle consegne a domicilio di generi alimentari, venivano sottoposti a condizioni di sfruttamento approfittando delle condizioni di bisogno. Nell’ambito di tale provvedimento il Tribunale evidenziava, in particolare, che la società ricorreva allo sfruttamento di corrieri che venivano reclutati perlopiù tra i migranti approfittando della particolare condizione di “vulnerabilità e di isolamento sociale” degli stessi.
Tale provvedimento aveva condotto in data 6 novembre le principali società operanti nel settore del delivery food ha sottoscrivere due protocolli sperimentali di legalità contro caporalato, intermediazione illecita e sfruttamento dei lavoratori impegnandosi ad adottare modelli 231 idonei ed efficaci.
Ebbene, in data 3 marzo 2021 il Tribunale di Milano, Sezione Misure di Prevenzione, ha disposto la revoca anticipata della misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria in ragione di “un’ampia disponibilità sul piano di una collaborazione positiva, razionale e continuativa” che ha riguardato in particolar modo “la predisposizione, in collaborazione con l’amministrazione giudiziaria, di un sistema strutturato ed organico di prevenzione, dissuasione e controllo per la riduzione del rischio di commissione dei reati mediante l’individuazione delle Attività Sensibili [omissis] dei principi di comportamento che devono essere rispettati dai destinatari del Modello, nonché di specifiche attività di controllo, tutte finalizzate a prevenire la commissione dei reati”.
E ancora: “dall’intervenuto decreto ad oggi, la Società abbia raggiunto i seguenti obiettivi: ha adempiuto al programma prescrizionale, esteso di fatto anche [omissis] ; si è dotata di un assetto organizzativo e di organi di controllo nonché presidi di legalità rafforzati; ha vietato l’adozione di subappaltatori (fleet partner) dai quali si era originata la misura; ha adottato tutti i protocolli delle aree sensibili, con riferimento al perimetro della misura, al tema della salute e sicurezza sul lavoro; è stata riammessa all’interno delle associazioni di categoria (Assodelivery) con ruoli dirigenziali, a testimonianza del riconoscimento esterno del lavoro compiuto fino a oggi e della funzione di potenziale trascinamento del mercato che la società ha assunto con i competitor. L’assetto di compliance è stato adottato da [omissis] e dalla cessionaria [omissis] e si è rivelato in grado di intercettare progressivamente focolai di illegalità; appare realistico prevedere che nelle prossime settimane/mesi possa essere completato il percorso in itinere per il completamento dei protocolli 231 di entrambe le società. È evidente, per questo ufficio, il notevole sforzo di programmazione, economico e culturale compiuto da [omissis] per posizionarsi nel settore del food delivery come un’impresa ad un alto grado di connotazione etica e di responsabilità sociale, che intende operare in un ambito di legalità e di tutela dei lavoratori. Il percorso virtuoso intrapreso dal management è una chiara manifestazione della volontà della società di dare seguito agli sforzi fin qui compiuti impegnandosi nell’adozione e nell’implementazione delle procedure e best practices con l’obiettivo di qualificarsi come modello positivo e di riferimento per l’industria del food delivery, a tutela della salute e del benessere dei corrieri e di tutti i lavoratori”.
Tale provvedimento appare un’ulteriore importante dimostrazione della necessità per le società di procedere all’adozione del Modello di Organizzazione gestione e controllo, alla nomina di un Responsabile della compliance e di un Organismo di Vigilanza per essere qualificate come imprese “ad un alto grado di connotazione etica e di responsabilità sociale, che intende operare in un ambito di legalità e di tutela dei lavoratori”.