Caporalato nel settore moda: dalla revoca dell’amministrazione giudiziaria al Protocollo di legalità della Prefettura

21 Febbraio 2025

Il Tribunale di Milano, sezione Misure di Prevenzione, ha recentemente revocato il provvedimento di amministrazione giudiziaria disposto ad aprile 2024 nei confronti di una delle società di un noto gruppo di moda, deputata alla produzione di abbigliamento, calzature e borse.

La contestazione riguardava gli omessi controlli sulla filiera produttiva, che sarebbero stati necessari al fine di prevenire il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori. La Società posta in amministrazione giudiziaria non era, infatti, indagata, ma gli veniva contestato di non essersi attivata adeguatamente e di non essere stata in grado di prevenire e arginare lo sfruttamento lungo la propria catena produttiva così agevolando colposa fenomeni di caporalato (per maggiori approfondimenti sul tema cliccate QUI).

Nell’ambito del provvedimento di revoca, emesso con qualche mese di anticipo rispetto al termine prefissato, si fa riferimento ad un “virtuoso percorso compiuto (dalla società amministrata) nel solco delle prescrizioni impartite dal Tribunale”. Tra le prescrizioni compaiono la verifica dei fornitori, la risoluzione dei rapporti con i soggetti “a rischio”, la previsione di best practices.

Sul punto, riprendendo il provvedimento con il quale il Tribunale aveva disposto la misura, si evidenzia che tra gli strumenti preventivi alla proliferazione di condotte illegali nell’ambito della catena di fornitura rivestono un ruolo centrale l’adozione e l’attuazione di un efficace Modello di Organizzazione, gestione e controllo e la proceduralizzazione dei processi in materia di selezione e monitoraggio dei fornitori.

Nel dettaglio:

  • Quanto ai Modelli 231 occorre verificare che gli stessi includano la valutazione del rischio di sfruttamento del lavoro da parte degli appaltatori della filiera produttiva, prevedendo anche specifici audit in loco (come richiesto nell’ambito dei provvedimenti di amministrazione giudiziaria).
  • Per Presidenti o componenti degli Organismi di Vigilanza occorre introdurre verifiche ad hoc nell’ambito dell’Action plan annuale e richiedere specifici flussi informativi in tema di fornitori.
  • Indispensabile è anche la predisposizione di una procedura che definisca i criteri di selezione dei fornitori, prendendo le mosse dall’esame delle diverse tipologie di supplier aziendali e dall’analisi del loro impatto economico e di business.
  • Occorre poi prevedere criteri di valutazione successiva dei fornitori – il c.d. “monitoraggio” – capaci di escludere i soggetti che non soddisfano criteri di affidabilità predeterminati (c.d. fornitori “a rischio”).

***

Si segnala da ultimo che, alla luce dei diversi provvedimenti in materia di amministrazione giudiziaria che hanno interessato diverse aziende operanti nel settore della moda connessi a profili di criticità nella filiera dei subappalti, è in corso di definizione e approvazione un Protocollo per prevenire il caporalato nel settore della moda. Tale documento fa seguito e ricalca quello che già ha interessato il settore della logistica (e di cui abbiamo parlato QUI), con le dovute particolarità che dipendono dallo specifico settore.

Si tratta di un documento voluto dalla Prefettura e dal Tribunale di Milano, per contrastare il fenomeno dello sfruttamento del lavoro e garantire supply chain virtuose, secondo un sistema comune di monitoraggio.

Il principio cardine del Protocollo è la trasparenza lungo tutta la filiera produttiva.

In attuazione dello stesso verrà costituita una piattaforma di filiera, su base volontaria, con lo scopo di censire le aziende appaltatrici e facilitare i controlli delle società committenti. Su tale piattaforma verranno caricati i documenti che certificano la conformità alle normative fiscali e del lavoro da parte delle diverse società, rendendo in tal modo più semplici anche i controlli da parte delle Autorità.

2025 - Morri Rossetti

cross